Emma Stevens - Enchanted

Emma Stevens: Enchanted

Emma è una delle artiste che compongono il panorama della musica indie pop britannica; ragazze (e ragazzi), spesso di talento, che si sbattono tantissimo per creare la loro musica, inciderla e farla conoscere, girando senza sosta i locali del loro paese in cerca del meritato successo. Non a tutti, infatti, capita la botta di fortuna: il contratto discografico milionario con una major.

Grazie al cielo (e a internet) esistono canali, come YouTube e Amazon, che con il trucchetto dei link suggeriti (della serie “se ti è piaciuto questo disco potrebbe piacerti anche…”) danno ottime chance anche a questi artisti “minori”, che talvolta di minore (rispetto ai loro colleghi più affermati) hanno solo il conto in banca. Ed è grazie ai potenti mezzi della tecnologia che ho conosciuto Emma: girovagando su Amazon tra i dischi del pop, folk e country inglese, ascoltando incuriosito qualche suo brano su YouTube, fino a raggiungerla sul suo sito web e sulla sua pagina Facebook.

E in questo viaggio, Emma pian piano mi ha conquistato. Prima per la sua musica, fresca, solare, orecchiabile, semplice e diretta: quando ho bisogno di una sferzata di allegria i suoi dischi sono tra le prime scelte. Poi, per il suo rapporto coi fan: Emma non è solo una brava cantautrice e musicista, è un’amica, una persona che senti vicino, che risponde in prima persona ai tuoi tweet e ai tuoi commenti su Facebook, che non si fa pregare per inviarti un CD autografato (e te lo spedisce lei a manina, la calligrafia dell’indirizzo sulla busta è la stessa della dedica 😉 ). Con lei ho sperimentato una nuova dimensione dell’essere “fan”: non un rapporto consumatore-fornitore, per quanto il prodotto sia ottimo, ma qualcosa di più profondo e intimo, una vicinanza quasi amicale.

Vi faccio un esempio a riguardo. Se volete acquistare un suo album (e ve lo consiglio fortemente, ascoltatela su Spotify e YouTube e ve ne innamorerete subito) potete farlo su Amazon, su iTunes ma anche (e forse meglio) direttamente sul suo sito, emmastevensmusic.com. Qui avete un plus non da poco: potete chiederle di scrivervi una dedica. Bè, io gliene ho chiesta una indirizzata a mio figlio di sei anni, che adora la sua musica e spesso canticchia Riptide inventando senza vergogna le parole… ed eccola qua 🙂

Emma Dedica

Potete immaginarvi la gioia di Giovanni nel vedere che davvero la sua cantante preferita gli aveva scritto…

Insomma: con Emma abbiamo un’amica inglese, come una pen-pal di altri tempi… e canta pure bene! 🙂

Enchanted

Ora però, in fondo, questa è una recensione: vi ho parlato del personaggio perchè a mio avviso è una cantante speciale, ma vi aspetterete giustamente anche due parole sul disco.

Questo è l’album di debutto di Emma Stevens, pubblicato nel 2013 e supportato con entusiasmo da BBC Radio2, un’emittente britannica che dà grande spazio alle nuove proposte musicali. Come spesso accade per gli artisti indie (e non solo), prima di questo album la nostra cantautrice ha dato alla luce diversi EP. Ma non sono stati pubblicati a caso. Insieme a sua madre Tina, che ha disegnato la cover, Emma aveva progettato di far uscire 4 EP contenenti quelle che sarebbero state le tracce dell’album definitivo: Heart on Hand, Dreaming Trees, Underwater e Sunflower. Le copertine di questi quattro EP, messe una a fianco all’altra, compongono la cover definitiva dell’album.

Lo spirito del disco è squisitamente pop: un pop frizzante e a tratti energico, contaminato di folk soprattutto nella scelta della strumentazione e degli arrangiamenti, senza escludere qualche ballata melodica.
I temi dei testi sono i classici: amori fortunati e tormentati, memoria, natura, estate… E così, per citare alcuni dei brani più significativi, andiamo dal singolo di debutto A place called you in cui cerca di dare la sveglia al suo principe azzurro (che ovviamente non si è accorto di lei), al brano di apertura dell’album Riptide (cui il video non rende giustizia) in cui pare che il principe l’abbia finalmente convinto e via con una storia travolgente (“Adrenaline kicking and my heartbeat thumping” [..] “Hold on tight cause it’s the start of something”), passando per Once in cui Emma dimostra di non credere alla favola secondo cui “You only need to find love once”, anzi bisogna sudare per trovare “Mr. Right”.
In questo turbine d’amore ci si ferma anche sul tema della sofferenza e della memoria, con due ballate come Dreaming trees e Sunflower, dedicate entrambe (sicuramente la seconda) alla madre, scomparsa purtroppo per un brutto male prima dell’uscita dell’album.
Si torna a sorridere, per fortuna, con Hey summer, un inno all’estate il cui video è stato composto concatenando una selezione di foto e riprese dei suoi fan 🙂

Musicalmente si tratta di melodie e armonie semplici, ma arrangiate secondo me molto bene: mi piace tantissimo l’uso degli strumenti folk e dei cori davvero pieni e coinvolgenti, a tratti anche simpatici (con gli “Uoh Uoh” di “A place called you” e i “Bop bop” di “Once”, fra tutti). Non esistono vere e proprie tracce “deboli”: mettete tranquillamente il CD nel lettore e scordatevelo, non vi verrà voglia di toglierlo fino alla fine (e anche oltre).

Le canzoni sono scritte, arrangiate, cantate e suonate da Emma, con l’aiuto ovviamente della sua band e dei suoi tecnici. La Stevens si definisce (e non mi sento di darle torto) singer, songwriter, multi-instrumentalist e infatti, nel disco, esegue tutte le parti vocali e suona in ordine sparso la chitarra, il banjo, il mandolino, il pianoforte, il violoncello e l’ukulele.
Per dirla breve: se la scrive, se la canta e se la sona, come dimostra in questo divertente video in cui si è sfidata a registrare A place called you con un solo take di ogni strumento:



Beh ragazzi, il mio consiglio è: se vi piacciono il pop e il folk, ascoltatela, non vi deluderà. E suvvia, fate un pensierino ad acquistare un suo disco: gli artisti bravi (e perchennò, simpatici) come lei vanno premiati, parola di Luca-felice-marito-di-fantastica-musicista.

Vi lascio con una bella cover di una canzone di Ed Sheeran, cantata da Emma e da quell’altra bonaz… *ehm* bravissima artista che risponde al nome di Jenn Bostic.

Enjoy!

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